Il contributo della Basilicata all’inquinamento industriale

La condanna subita dall’Italia in merito all’inquinamento industriale è ormai cosa nota.

Ma è possibile individuare delle responsabilità maggiori rispetto ad altre? La Basilicata è una delle regioni più coinvolte in tal senso: in effetti, vi sono ben ventiquattro siti lucani, tra cui l’inceneritore Fenice, che si sono resi protagonisti di emissioni eccessive di anidride carbonica nell’atmosfera, ragione per la quale alcuni di essi sono ora in fase di manutenzione; se il nostro paese non è riuscito a rientrare nei parametri ambientali è anche a causa delle mancate autorizzazioni integrate ambientali di questi luoghi della regione meridionale.

San Giovanni Valdarno: riutilizzo “verde” dell’ex bricchettificio

Tra i tanti esempi di archeologia industriale che possiamo trovare nel nostro paese merita un cenno l’ex bricchettificio di San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo.

Il bricchettificio è un edificio industriale dove si lavorano appunto i “bricchetti”, mattonelle realizzate in lignite pressata o in altri materiali di scarto del legno: ebbene, la fabbrica toscana sta per essere investita da una nuova luce, visto che è stato indetto addirittura un concorso internazionale per progettare all’interno di questa struttura una sede direzionale eco-compatibile e ampiamente sostenibile da molti punti di vista.

Breda Sistemi Industriali: presentata la serie di portoni a libro

Breda Sistemi Industriali conferma la propria leadership in fatto di portoni sezionali.

L’ultima novità della compagnia friulana si rivolge direttamente al mondo industriale: si tratta di un investimento da ben 3,5 milioni di euro, volto a promuovere e sviluppare la produzione negli stabilimenti. Più precisamente, l’azienda in questione intende puntare con convinzione sui cosiddetti portoni a libro, la soluzione più efficace per risolvere i problemi di spazio e dividere i vari ambienti di un edificio.

India: a Bangalore si lavora per il parco industriale

Srei Infrastructure Development, compagnia indiana di Bengalore, sta vagliando la possibilità di convertire una zona economica di ben cinquecento acri in un vero e proprio parco industriale.

L’area prescelta è quella nei dintorni di Kharagpur, nella parte più occidentale della città: l’obiettivo è sostanzialmente quello di venire incontro alle mutate condizioni di mercato e alla mancanza di chiarezza per quel che concerne alcune proposte governative. Per ottenere un parco industriale davvero efficiente, comunque, è necessario un mix di clienti valido e variegato, altrimenti non si riesce a far fronte alla concorrenza.

Parco del Pollino: nuovi progetti per il settore castanicolo

Il Parco Nazionale del Pollino rappresenta la riserva naturale più grande del nostro paese e comprende le province di Potenza, Matera e Cosenza.

Un nuovo progetto agricolo-industriale sta coinvolgendo proprio questa zona, visto che l’Ente Parco in questione intende valorizzare come meglio può la coltura del castagno, grazie anche e soprattutto alla preziosa collaborazione dell’Università della Basilicata: in pratica, si tratta di una parte integrante del Piano Castanicolo Nazionale che è stato predisposto per il quadriennio 2010-2013.

Slovacchia: a Samorin una mostra sull’Italia industriale

La città slovacca di Samorin e Vicenza sono riuscite praticamente ad annullare gli oltre settecento chilometri che le dividono.

La “magia” è stata possibile grazie alla collaborazione industriale e imprenditoriale che è stata appena posta in essere, suggellata da una mostra di sicuro interesse: dallo scorso 22 giugno e fino al prossimo 22 luglio, infatti, sarà possibile ammirare “L’Italia industriale in Slovacchia”, l’evento culturale che viene ospitato dal Centro Servizi della località che si affaccia nelle vicinanze del Danubio e che intende mettere in luce quanto sia stata intensa la produzione tecnologica del nostro paese nella giovane repubblica europea.

Irlanda: il settore industriale si fonda sulle società straniere

L’Irlanda può vantarsi di far parte di quel novero di paesi che possiamo considerare tra i più industrializzati.

Il settore secondario di Dublino e dintorni rappresenta il 31% del prodotto interno lordo e a livello manifatturiero la nazione nordeuropea può anche competere con la Germania e la Francia: ma bisogna anche considerare un contributo che in pochi si aspetterebbero. In effetti, le compagnie straniere che operano qui sono davvero moltissime e senza di esse difficilmente l’Irlanda avrebbe raggiunto la propria invidiabile posizione.

Design industriale: nuovi francobolli americani per celebrarlo

Oggetti di uso quotidiano, ma soprattutto degli esempi splendidi di design industriale.

Rappresentano questo e molto altro i francobolli che hanno cominciato ad essere emessi ieri negli Stati Uniti: la loro caratterizzazione è piuttosto particolare, visto che sono destinati a non scadere mai e verranno venduti per la tariffa di prima classe, vale a dire quarantaquattro centesimi di dollaro. Il set in questione è stato scelto tra vari pionieri del disegno industriale, con il loro lavoro più significativo che campeggia in bella vista nel francobollo stesso.

Industria chimica: la nascita della porpora di anilina

Tra i principali coloranti artificiali che l’industria chimica ha saputo creare c’è sicuramente la porpora di anilina.

Si tratta, in pratica, del primo acetato che è stato sintetizzato in ordine temporale e la sua composizione si basa su una miscela di ben quattro composti, vale a dire la mauveina A, la mauveina B, la mauveina B2 e la mauveina C: l’utilizzo, come è facilmente intuibile, è soprattutto quello della tintura di tessuti, in primis la seta, ma la storia della porpora di anilina racconta anche dei dettagli forse poco noti.

Archeologia industriale: le meraviglie di Ivrea

Ivrea per tutti, microitinerari accessibili a tutti, per micro-paesaggi culturali in Canavese.

È questo il nome di uno degli ultimi progetti predisposti dalla città di Ivrea, in provincia di Torino: la città piemontese, nota soprattutto per l’economia trainata dalla Olivetti e per un comprensorio industriale ben sviluppato, ha deciso di realizzare appunto dei percorsi turistici che permettano di conoscere nel dettaglio la cultura ambientale, storico, ma anche archeologico industriale di questa zona. Non a caso, l’appuntamento è stato fissato per oggi presso l’Officina H della centralissima via Montenavale.