L’avventura dell’industria nell’alto maceratese

A cavallo dei secoli XIX e XX anche le province dell’alto maceratese hanno vissuto la loro avventura industriale.

Protagonisti intraprendenti, piccole aziende e manifatture rurali cercavano di andare oltre la tipica vocazione agricola e montana di queste zone e l’entusiasmo di questi soggetti è riuscito in un buon intento. L’obiettivo era quello di migliorare la condizione sociale e di sfidare il tempo, ma cerchiamo di capire com’è andata veramente. L’esempio più importante è quello di Camerino, in cui, secondo una statistica della Camera di Commercio, nella seconda metà dell’800 esistevano ben quattro stabilimenti per la lavorazione della seta.

Bussi, l’urgenza di una bonifica industriale

Il comune di Bussi, in provincia di Pescara, è tristemente famoso per la sua discarica che necessita di una urgente bonifica industriale.

Non è un caso, quindi, se anche i sindacati provinciali si stanno chiedendo quando tale operazione verrà posta in essere: in particolare, la richiesta riguarda l’individuazione in tempi rapidi del percorso di bonifica, visto che l’area industriale coinvolta, ma soprattutto la popolazione circostante, non possono più attendere. L’ambito ambientale e quello occupazionale, poi, sono i due argomenti da approfondire maggiormente.

Sotto un’altra luce: l’archeologia industriale di Malnisio

È previsto per domani “Sotto un’altra luce”, l’evento che vedrà coinvolta la città di Malnisio (siamo in provincia di Pordenone) e più precisamente la ex centrale idroelettrica Antonio Pitter.

Si tratta di uno splendido esempio di archeologia industriale, il quale tornerà a brillare della luce di un secolo fa, grazie a una speciale illuminazione notturna: la vista crepuscolare dei macchinari industriali viene assicurata come un’occasione unica, con tanto di candele, lanterne alimentate a petrolio e altre lampade antiche, quindi come avveniva all’inizio del XX secolo.

Capannoni industriali: le realizzazioni in alluminio

Le tipologie di capannoni industriali sono davvero moltissime, ma forse un posto di rilievo lo meritano quelli realizzati in alluminio.

In pratica, i classici rivestimenti che si possono rinvenire in ogni struttura sono in questo caso dei pannelli realizzati col celebre metallo dal colore argenteo e che sono ricavati inoltre da una lamiera forata: il segreto di simili capannoni sta tutto nella leggerezza del materiale, la quale viene ulteriormente accentuata dal cosiddetto procedimento di stiratura. È grazie a quest’ultima, infatti, che si riesce a dar vita a vuoti e pieni, senza però dimenticare la necessaria robustezza che merita una struttura di grandi proporzioni e dimensioni.

Dall’innovazione applicata la terza rivoluzione industriale?

È tipico di politici ed istituzioni incoronare una innovazione o un fenomeno come l’evento clou della cosiddetta “terza rivoluzione industriale”.

Non è stato da meno Antonio Tajani, numero due della Commissione Europea nonché responsabile per i settori dell’industria e dell’editoria, il quale ha voluto fare riferimento all’innovazione applicata per spiegare tale fenomeno: il suo intervento presso il Ccr di Ispra, il centro comunitario di ricerca, si è incentrato soprattutto sul ruolo della ricerca. In particolare, secondo Tajani, da questo punto di vista Giappone e Stati Uniti vantano una leadership indiscussa rispetto al Vecchio Continente, un primato che deve essere relazionato al prodotto interno lordo.

Riscaldamento industriale: gli emettitori ceramici

Tra i tanti modelli che consentono di ottenere il migliore riscaldamento industriale in assoluto non si possono non citare gli emettitori ceramici a potenza variabile.

Si tratta, in pratica, di dispositivi in grado di differenziare le varie potenze termiche, la scelta ideale per fabbricati come impianti destinati allo sport, capannoni industriali, ma anche edifici religiosi: qual è il loro esatto funzionamento? Anzitutto, bisogna precisare che i vantaggi degli emettitori sono diversi, tra cui il riscaldamento delle altezze più elevate, il funzionamento all’aperto, la già citata variabilità della potenza, la semplicità dell’installazione e il risparmio per quel che concerne i consumi.

Detroit punta al modello industriale di Torino

Detroit che prende spunto da Torino per il proprio sviluppo industriale?

L’accostamento, già di per sé inevitabile tra due città che si caratterizzano per la forte presenza dell’industria automobilistica, diventa ora più intenso grazie ai programmi dell’amministrazione americana: in effetti, gli abitanti tra la sede della General Motors e quella della Fiat sono i medesimi, ma il tessuto urbano potrebbe essere sfruttato in maniera migliore. Gli obiettivi del primo cittadino, Dave Bing, sono piuttosto ambiziosi, vale a dire l’eliminazione di quelle costruzioni immobiliari che non possono più essere utilizzate e un nuovo slancio alla città stessa.

Industria alimentare: gli standard di igiene e sicurezza

I due presupposti che non possono mancare nell’industria alimentare sono la sicurezza e l’igiene.

Come vengono strutturati tutti questi controlli nello specifico? In realtà, il perimetro degli stabilimenti di produzione sono messi a serio rischio dall’alta presenza di umidità, la quale non è altro che la diretta conseguenza di lavaggi e temperature estreme: il microclima che si forma, inoltre, può far annidare diversi e pericolosi batteri.

Deltona: il parco industriale potrebbe aiutare i residenti

Deltona (Florida) rappresenta la città più popolosa della Contea Volusia con i suoi 85mila residenti.

Questa località è in grado di coprire ben 41 miglia quadrate, con una prevalenza di immobili piuttosto che di imprese. Ma le aziende industriali vi sono comunque e l’impatto sulla zona è notevole. È proprio per questo motivo che si sta rendendo necessaria la realizzazione di un parco industriale che sia in grado di promuovere lo stesso sviluppo urbano. In effetti, Deltona vanta purtroppo anche un forte tasso di disoccupazione (il valore di maggio era pari al 10,5%), con percentuali troppo elevate.

Il design industriale può favorire l’internazionalizzazione

La premiazione di ieri dei Compassi d’Oro è stata anche l’occasione per discutere del reale valore del design industriale nel nostro paese.

Come è emerso da una ricerca dell’Adi (Associazione per il Disegno Industriale), le esportazioni rappresentano un fulcro fondamentale di questo settore: l’analisi è stata condotta su ben 155 società iscritte all’associazione stessa, per le quali quasi il 90% della produzione complessiva può essere ascritto proprio all’export. Inoltre, gran parte di esse sono riuscite ad affrontare in maniera migliore la crisi economica grazie all’internazionalizzazione, il cui incremento è stato senz’altro favorito dalla qualità dei prodotti e dal contenimento degli effetti negativi.