Dall’innovazione applicata la terza rivoluzione industriale?

È tipico di politici ed istituzioni incoronare una innovazione o un fenomeno come l’evento clou della cosiddetta “terza rivoluzione industriale”.

Non è stato da meno Antonio Tajani, numero due della Commissione Europea nonché responsabile per i settori dell’industria e dell’editoria, il quale ha voluto fare riferimento all’innovazione applicata per spiegare tale fenomeno: il suo intervento presso il Ccr di Ispra, il centro comunitario di ricerca, si è incentrato soprattutto sul ruolo della ricerca. In particolare, secondo Tajani, da questo punto di vista Giappone e Stati Uniti vantano una leadership indiscussa rispetto al Vecchio Continente, un primato che deve essere relazionato al prodotto interno lordo.

Irlanda: il settore industriale si fonda sulle società straniere

L’Irlanda può vantarsi di far parte di quel novero di paesi che possiamo considerare tra i più industrializzati.

Il settore secondario di Dublino e dintorni rappresenta il 31% del prodotto interno lordo e a livello manifatturiero la nazione nordeuropea può anche competere con la Germania e la Francia: ma bisogna anche considerare un contributo che in pochi si aspetterebbero. In effetti, le compagnie straniere che operano qui sono davvero moltissime e senza di esse difficilmente l’Irlanda avrebbe raggiunto la propria invidiabile posizione.

Cina: i business industriali crescono del 27,9%

Il settore industriale cinese sta macinando successi su successi.

I profitti in questione, infatti, sono aumentati di quasi ventotto punti percentuali nei primi cinque mesi di quest’anno, un incremento che si riferisce al confronto con lo stesso periodo del 2010: il fatturato totale è stato pari a 1,92 trilioni di yuan, a conferma che lo stato di salute può essere davvero definito ottimo. A cosa si devono queste performance? Anzitutto, bisogna precisare che il report statistico in questione ha preso in esame quelle società che sono riuscite a vendere oltre venti milioni di yuan.

Var Group: il successo dei distretti industriali

Forse il nome Var Group non dirà molto a chi si trova al di fuori della Toscana, ma si tratta di un’azienda empolese attiva da ben trent’anni nel campo informatico.

Questo gruppo può essere preso ad esempio per far comprendere quando un distretto industriale è davvero in grado di funzionare nel nostro paese; il fatturato in crescita e l’ottimo andamento del consolidato sono il risultato di una focalizzazione molto attenta su distretti specifici, con una netta preponderanza delle esportazioni. Questo vuol dire che alcune aree industriali sono state in grado di rispondere meglio alla crisi economica rispetto ad altre, in particolare quelle del comparto alimentare, del turismo e molti altri.

L’India punta alla creazione di nuove zone industriali

L’India sta facendo davvero sul serio dal punto di vista dello sviluppo industriale.

Il governo centrale sta infatti pianificando un progetto che prevede la creazione di zone industriali e fabbriche un po’ in tutto il territorio nazionale, in modo da incoraggiare il settore a farsi largo in un momento non semplice, economicamente parlando: le aree prescelte sono soprattutto i terreni non agricoli, così da ottenere il minor impatto ambientale su di esse.

Confindustria Digitale: gli industriali hi-tech hanno la loro associazione

L’industria hi-tech avvertiva in maniera netta l’urgenza di un’associazione che rappresentasse a livello nazionale i propri interessi.

Ora, quell’urgenza è diventata una realtà, è infatti nata proprio ieri Confindustria Digitale, la federazione di industriali che intende promuovere nel nostro paese i vantaggi dell’economia del loro settore: la fondazione è stata possibile grazie al contributo di altri enti, vale a dire l’Assotelecomunicazioni, in rappresentanza della filiera, l’Assinform (Information Technology), l’Anitec (Associazione Nazionale Industrie Informatica, Telecomunicazioni ed Elettronica di Consumo) e l’Aiip, la quale raggruppa gli Internet Provider.

Pavimentazione industriale: il calcestruzzo

Il pavimento per l’utilizzo industriale richiede specifici requisiti, che sono: durabilità, resistenza, poca attenzione all’estetica e costi contenuti. Il calcestruzzo armato è il materiale più usato per le pavimentazioni industriali.

Il calcestruzzo armato è costituito da una miscela di cemento, acqua, sabbia e aggregate e barre di acciaio annegate al suo interno ed opportunamente sagomate ed interconnesse fra di loro. Questo materiale viene usato per la costruzione di opere civili, per la realizzazione della struttura degli edifici e per i manufatti (muri di sostegno dei terrapieni). La realizzazione del calcestruzzo armato può essere effettuata negli stabilimenti che producono elementi prefabbricati, come travi e pilastri.

Energia rinnovabile e non solo: la GDF Suez

GDF Suez è il quarto gruppo al mondo che opera nella produzione e nella distribuzione dell’energia elettrica e nel settore del gas naturale e dell’energia rinnovabile.

GDF Suez è una realtà internazionale, il cui grande lavoro è apprezzato anche in Italia, dove ricopre una posizione di tutto rispetto: oltre un milione e duecentomila clienti, terzo operatore del gas naturale, quarto produttore di energia elettrica. In più si sta facendo largo nel settore dei servizi per l’ambiente.

Dal web la rivoluzione industriale degli anni Duemila

Oltre tre punti percentuali di prodotto interno lordo.

È questo il contributo offerto dalla cosiddetta web economy alla crescita della produttività mondiale, una cifra importante che fa parlare espressamente di “Nuova Rivoluzione Industriale”: la constatazione giunge dalla lettura del rapporto del McKinsey Global Institute, secondo cui internet avrebbe favorito una vera e propria rivoluzione economica con livelli di crescita davvero impressionanti. L’aumento del Pil ha riguardato comunque solo una stretta cerchia di paesi, vale a dire i componenti del G8, la Svezia, la Corea del Sud, il Brasile, l’India e la Cina.

Lamezia Terme: novità infrastrutturali per l’area industriale

Lamezia Terme può rappresentare, con le sue innegabili risorse infrastrutturali, l’area industriale in grado di dare lustro all’intera regione calabrese.

Le richieste degli enti locali sono ben precise: in particolare, viene auspicato un progetto piuttosto interessante, vale a dire uno svincolo autostradale che dia accesso diretto alla zona in questione, in modo da ottenere un collegamento viario ed economico. L’intento è chiaro, gli imprenditori locali dovrebbero incontrarsi a breve per discutere la fattibilità o meno dell’intero piano. Nel dettaglio, si punta a uno sviluppo regionale abbastanza marcato, mediante nuove potenzialità produttive e attrazioni logistiche di sicuro interesse.