Officina, gli strumenti per controllare le lunghezze

Gli strumenti a leva di contatto (comparatori, minimetri) danno la differenza tra lunghezza in esame e quella di un altro pezzo preso come campione.

Il funzionamento si basa sul movimento di un indice, causato da un rapporto di leve che amplifica lo spostamento del contatto (minimetri con scala divisa); in alternativa, c’è un rapporto di ruotismi (minimetri o comparatori ad orologio scala). In quest’ultimo caso, inoltre, le indicazioni hanno un maggior valore qualitativo che quantitativo, visto che i ruotismi non possono avere l’esattezza di rigidi bracci di leva. I minimetri di precisione maggiore, nei quali si ottiene un’amplificazione con indice senza massa, impiegano come braccio della leva un raggio luminoso. Vi sono, poi, gli strumenti che controllano mediante l’ingrandimento degli oggetti da misurare.

Storia industriale delle stazioni ferroviarie

Uno dei principali soggetti emergenti che esplodono letteralmente sulle città ottocentesche è senza dubbio la stazione ferroviaria.

Si tratta forse dell’elemento che meglio di altri è stato capace di riassumere gli slanci verso l’innovazione tecnica e quella economica: i grandi fabbricati ferroviari, infatti, vengono costruiti tra il 1840 e il 1860, dando vita a delle vere e proprie reti integrate che circondano l’intero territorio circostante. Sono molti i nomi che avremmo sentito pronunciare dagli increduli cittadini di quell’epoca, come ad esempio stazione di testa, railroad terminal o anche Knopfbahnof, in pratica la degna conclusione delle grandi città che svolgono il ruolo di capitale del loro paese; gli esempi sono facilmente intuibili, si tratta di Parigi, Londra e Berlino.

Industria e crescita urbana tra XVIII e XIX secolo

La seconda metà del ‘700 è caratterizzata senza dubbio da una crescita economica piuttosto florida da parte di poche nazioni.

La Gran Bretagna rappresenta proprio una di queste, una sorta di anticipazione rispetto alla crescita generalizzata del secolo successivo: molte delle tendenze che si verificano in questo paese, infatti, sono precursori del ciclo di industrializzazione futuro. Il motivo viene rinvenuto da molti nell’aumento esponenziale della popolazione. I centri urbani, di conseguenza, si diffondo sempre più e con essi i trasporti e gli scambi commerciali.

Rivoluzione industriale: il ruolo del progresso tecnologico

Tra i fattori originali che sono alla base della Rivoluzione Industriale, quello che viene rappresentato dai progressi dal punto di vista tecnologico ha destato la maggiore attenzione tra gli studiosi e gli storici.

In effetti, secondo alcuni di essi, la creazione di una economia industriale moderna e ben sviluppata deve essere considerata come una vera e propria funzione del progresso tecnico e delle sue applicazioni dal punto di vista pratico: questa convinzione deriva dal fatto che soltanto alcune innovazioni tecnologiche riuscirono a rendere possibile il graduale rovesciamento dei secolari rapporti di squilibrio che esistevano fino ad allora tra la popolazione e le risorse a disposizione, i quali erano destinati in maniera inesorabile a bloccare qualsiasi tipo di evoluzione.

Alcuni principi dell’organizzazione industriale

Lo studio delle lavorazioni si svolge nell’ufficio studi di fabbricazione (l’ufficio tecnico di officina) e prevede due distinte fasi, vale a dire l’analisi della costruzione e lo studio e la determinazione delle lavorazioni.

Nel primo caso si provvede a esaminare i disegni costruttivi, in particolare quelli che sono giunti dall’ufficio tecnico: dato che occorrono delle varianti, comunque, si vanno a inoltrare all’ufficio progetti le relative proposte di modifiche, accompagnate dal bilancio economico di convenienza per la produzione. Modificati e approvati i disegni costruttivi, questi ultimi vengono poi distribuiti ai reparti interessati. Nella seconda fase, invece, si espone il caso di quantità notevoli, per le quali è conveniente l’impiego di tutti i macchinari, gli attrezzi e gli impianti speciali che possono ridurre il costo.

Le caratteristiche dei materiali magnetici

Nella trattazione dei materiali magnetici è sempre necessario distinguere il materiale che viene usato nei circuiti magnetici in cui il flusso non varia e quello sfruttato nel circuito il cui lo stesso flusso varia con una legge periodica.

Ad esempio, nei poli e nei gioghi della statore di una macchina a corrente continua, il flusso non è di tipo variabile, mentre nel rotore lo è con una determinata frequenza. Nel primo caso si usano tipicamente il ferro e l’acciaio massiccio, mentre nel secondo sono senz’altro più indicati i pacchi di lamiere. Se il flusso non varia, inoltre, bisogna anche avere una conoscenza molto approfondita della permeabilità magnetica; con la legge periodica, al contrario, occorre conoscere bene i coefficienti di perdita delle formule di Steinmetz.

Gli organi meccanici: i vari tipi di unioni

Le unioni meccaniche presentano diverse utilità dal punto di vista industriale.

Cerchiamo, quindi, di conoscerne le varie tipologie. Le copiglie, ad esempio, presentano un importante vantaggio, vale a dire impediscono che il dado dell’organo si allenti per effetto delle vibrazioni: esse sono sostanzialmente formate da una barretta a sezione semicircolare ripiegata a occhio, montata entro un apposito foro che viene praticato nel bullone che si trova sopra al dado, dopo che quest’ultimo è stato stretto a fondo. Per una maggiore garanzia, il dado stesso può presentare degli intagli per l’alloggiamento della copiglia. Essa, poi, viene assicurata ripiegando verso l’esterno le due estremità. Le chiavette, invece, sono in grado di rendere un organo solidale nella rotazione con un albero.

La Sardegna e la sua vocazione per i minerali industriali

La Sardegna vanta uno dei patrimoni industriali più ricchi d’Italia.

Giacimenti di metalli, miniere e molto altro caratterizzano da sempre l’isola, la quale intende ha voluto sfruttare appieno questa sua risorsa: in realtà, tale consapevolezza esiste addirittura da secoli, visto che già nell’800 il piombo e l’argento dominavano in lungo e in largo il comparto estrattivo. Le concessioni più importanti del passato erano sicuramente quelle di Gennamari e di Ingurtosu. Il ventesimo secolo, invece, si è contraddistinto, in particolare, per il massiccio uso di zinco, tanto che le concessioni estrattive cominciarono a riguardare la blenda, il principale minerale industriale da cui si ricava appunto il metallo in questione.

Le nuove prospettive industriali del Nord-Ovest

Negli ultimi mesi si è assistito a elezioni politiche che hanno mutato in maniera drastica l’amministrazione del Nord-Ovest del nostro paese.

Si può dunque parlare a ragione di un nuovo asse industriale tra le tre principali città dell’area in questione, vale a dire Milano, Genova e Torino: il fatto che gli schieramenti politici dei sindaci siano i medesimi è significativo e si può pensare a poli industriali molto più omogenei e a collaborazioni ben mirate. Gli interessi locali non sono però i medesimi, pertanto le cooperazioni devono tenere conto anche di questo fattore. Per quel che riguarda, ad esempio, le infrastrutture, le grandi opere ferroviarie non beneficiano di una situazione molto omogenea, anzi gli amministratori liguri, piemontesi e lombardi sono entrati in contrasto in diverse occasioni.

Il Piemonte investirà nella ricerca industriale

Finalmente la ricerca industriale diventa un argomento su cui si possono investire somme piuttosto importanti di denaro.

Il riferimento va in questo caso alla Regione Piemonte, dato che quest’ultima è pronta a dar vita a otto diversi progetti per uno sviluppo sperimentale di tale ambito. Il territorio in questione può vantare realtà industriali di primo ordine: in effetti, non è un caso se Pininfarina, Merlo, General Motors, Rockwood Italia e Meritor Hvs Cameri operano qui, dunque si vuole fornire un’occasione propizia per rendere più proficue le loro attività.