Materie plastiche industriali: le resine cellulosiche

Le resine, come è noto, ricomprendono una vastissima categoria di materiali, dei quali occorre comunque prendere in considerazione soltanto le più importanti dal punto di vista tecnico e progettistico. Le resine cellulosiche fanno parte di questo novero, quindi occorre analizzarle nel dettaglio. Ad esempio, c’è la celluloide, la quale prevede come materiali di partenza nitro e cellulosa; questo vuol dire che si parte dalla cellulosa vegetale (vale a dire il cotone) e dall’acido nitrico-canfora. Tra l’altro essa può anche essere colorata in diversi modi. Le caratteristiche generali sono, in particolare, la sua rigidità, la termoplasticità, la lavorazione alle macchine utensili di tipo industriale, il fatto di essere facilmente lucidabile.

Utensili per il taglio dei metalli: gli allargatori

Gli allargatori rappresentano un’alternativa molto utile per quel che riguarda gli utensili usati per il taglio dei metalli industriali. Si tratta, in pratica, di strumenti che sono muniti di taglienti principali sulla parte frontale: i taglienti secondari, invece, sono normalmente elicoidali, con tanto di inclinazione pari a quindici gradi circa, il tutto allo scopo di sfruttarli come una vera e propria guida. Per il semplice allargamento dei fori si sfruttano diversi tipi di utensili: ad esempio, si possono citare gli allargatori elicoidali a tre o quattro taglienti, i quali sono molto più robusti delle punte elicoidali e hanno la minima tendenza a deviare, dando al contempo ai fori stessi una precisione molto spiccata. Inoltre, bisogna anche considerare che essi si affilano nuovamente soltanto in relazione ai taglienti principali e sulle affilatrici da punte elicoidali.

Storia moderna dell’industria aeronautica

L’aereo è oggi un mezzo di trasporto fin troppo diffuso, utilizzato sia per ragioni di lavoro che di svago. In molti sono a conoscenza dell’antenato più celebre degli attuali veicoli, vale a dire il fragile biplano dei fratelli Wright, ma pochi sono a conoscenza della storia dell’industria aeronautica nel suo complesso. Dopo vari esperimenti nel Medioevo e nel Rinascimento, è nel XIX secolo che si segna l’inizio di una nuova fase per quel che riguarda la storia del volo umano: l’inglese Arthur Cayley stabilisce la necessità di disporre di una superficie portante di adeguate dimensioni che sostegna l’aereo stesso. Nasce quindi il moderno concetto di ala.

L’inquinamento industriale da rumore

L’inquinamento industriale da rumore è sicuramente meno vistoso rispetto alle altre tipologie che si possono verificare, ma di certo è anch’esso piuttosto pericoloso e dannoso per l’uomo. Esso si può verificare, ad esempio, in città, dove il traffico veicolare è spesso molto rumoroso, ma anche e soprattutto nelle fabbriche e nei cantieri: questi ultimi due luoghi, infatti, sono caratterizzati da lavorazioni industriali che possono appunto causare dei rumori e delle vibrazioni moleste. Ugualmente dannoso per l’udito è anche il rumore all’interno delle abitazioni. Il rimedio è comunque semplice, anche se non praticato come si dovrebbe. In pratica, è necessario costruire case, fabbriche e mezzi di locomozione che siano il più silenziosi possibile; nelle stesse fabbriche, inoltre, è opportuno disporre dei materiali fonoassorbenti e racchiudere con dei ripari le sorgenti di rumore.

Materiali metallici: l’acciaio e le sue leghe

Se si dovessero elencare tutte le tipologie di acciai che vengono sfruttati a livello industriale, ci sarebbe quasi da impazzire. Un’elencazione è comunque necessaria, mettendo in risalto le categorie più interessanti e utili da questo punto di vista. Ad esempio, si può cominciare dall’acciaio al carbonio, il quale viene sfruttato soprattutto per i grossi alberi, gli alberi da pistoni, gli ingranaggi industriali, i bulloni e i dischi per le seminatrici. Gli acciai al cromo-manganese, invece, sono molto utili in sostituzione di quelli al nichel, soprattutto quando si tratta di lavorare su organi di macchine di medio spessore e non molto sollecitati. Il cromo-vanadio, poi, risulta prezioso nel caso in cui vi siano dei pezzi di dimensioni non eccessive, visto che hanno una penetrazione di temperatura piuttosto limitata.

Industria petrolifera: Rockefeller e la Standard Oil Company

La data del 10 gennaio 1870 è un riferimento temporale indelebile per quel che concerne la storia dell’industria americana: in effetti, John Davison Rockefeller, magnate e ricchissimo petroliere statunitense, si unisce ad altri imprenditori e proprietari di raffinerie di olio nero e, nonostante fosse in vigore nel territorio a stelle e strisce una legislazione antitrust piuttosto precisa e severa, costituisce la Standard Oil Company. In questo modo, Rockefeller riesce a controllare in maniera totale e per una lunga serie di anni l’industria del petrolio locale, un vero e proprio monopolio. I produttori, a quel punto, furono in grado di determinare i vari prezzi e le tariffe della commodity mediante un aumento collegato ai loro interessi; che cosa è successo esattamente?

L’inquinamento industriale dei fitofarmaci

I fitofarmaci sono quelle sostanze che vengono impiegate in agricoltura contro le malattie delle piante provocate da virus, contro gli attacchi di parassiti animali e vegetali (insetti, acari, funghi e batteri in primis) e contro le piante infestanti. Il loro utilizzo, però, dà vita a un vero e proprio inquinamento industriale. Cerchiamo di capire in che modo. Ad esempio, si possono prendere in considerazione i diserbanti che, dal punto di vista quantitativo, sono i fitofarmaci più utilizzati in assoluto. Le piante infestanti crescono insieme a quelle utili, mescolandosi ad esse, e ne indeboliscono gravemente lo sviluppo: per contrastarle in maniera efficace si possono usare mezzi fisici, chimici e anche biologici.

La lavorazione del polistirolo espanso

Il polistirolo espanso non è altro che una resina termoplastica utilizzata per gli imballaggi e per la fabbricazione di pannelli isolanti dal punto di vista termo-acustico: questa materia la si può trovare facilmente in commercio anche in lastre di uno o due centimetri di spessore. Si tratta, in pratica, di un materiale piuttosto leggero, semplice da lavorare e più che adatto per la costruzione di “plastici” e modelli di tipo statico. Gli strumenti maggiormente adatti per il taglio del polistirolo espanso sono essenzialmente due, vale a dire il cutter e il termotraforo. Nel primo caso, ci si riferisce a un utensile sfruttato, in particolare, per il taglio di cartoncini e cartoni, ma può essere utile anche per il polistirolo, nel momento in cui si devono eseguire dei tagli rettilinei.

La storia industriale della gomma

Sembra ormai assodato che nel 1521 i primi esploratori spagnoli abbiano trovato in Messico della gomma. I missionari portoghesi che invece risalirono il Rio delle Amazzoni nel 1731 scoprirono un prodotto lattiginoso, estratto da un albero che gli indigeni del luogo chiamavano “hevè”: quest’ultimo aveva la proprietà di rendere impermeabili i tessuti sui quali veniva steso, un prodotto che sin da subito venne chiamato “chauchù”, vale a dire legno liquido. In Africa furono trovate alcune piante gommifere in Guinea e nel Madagascar, ma l’uso vero e proprio della gomma si sviluppò all’inizio molto lentamente, a causa della sua scarsa resistenza alla trazione e all’abrasione, oltre alla poca elasticità e all’eccessiva sensibilità al caldo e al freddo.

Tutte le caratteristiche del legno compensato

Per legno compensato si intende un pannello che è formato essenzialmente da una serie di fogli sottili incollati tra di loro e disposti con le fibre incrociate: il nome così particolare deriva proprio dalla principale caratteristica di questo tipo di legname, vale a dire la capacità di compensare le tendenze di deformazione di due fogli vicini, con le fibre perpendicolari l’uno all’altro. Il compensato, inoltre, presenta un’ottima resistenza, la quale vale per tutte le direzioni. In commercio si è soliti definire “compensati” veri e propri quelli che sono composti da soli tre strati, con uno spessore compreso tra i tre e i sei millimetri. Nel caso in cui, invece, lo spessore sia superiore agli otto millimetri, allora si parla di “multistrati”.