Le strozzatrici e le spinatrici industriali

Le strozzatrici e le spinatrici hanno dei nomi che possono sembrare un po’ bizzarri, ma la loro utilità industriale è davvero importante.

Per quel che concerne le strozzatrici, il movimento rettilineo alterno di lavoro che viene dato all’utensile è di tipo verticale: il pezzo che viene lavorato riceve poi un avanzamento, il quale può essere longitudinale, trasversale e circolare. Tali macchine sono sicuramente le più adatte per l’esecuzione di taglio di chiavette nei mozzi, nelle spianature verticali, nelle piallature di superfici di rivoluzione a profilo diverso e quant’altro. Le caratteristiche principali sono presto dette, vale a dire la distanza orizzontale del porta-utensile dall’incastellatura, la distanza massima verticale tra il porta-utensile e la tavola, la potenza e il numero doppio di corse.

Le macchine impiegate nella foggiatura

Nell’ambito delle lavorazioni plastiche e del taglio delle lamiere possiamo includere anche la tecnica della foggiatura.

Vi sono, poi, delle macchine che vengono impiegate a tal proposito e che rendono le operazioni più semplici e precise: i magli sono una di queste. Si tratta, nello specifico, di macchinari che agiscono per urto, con la mazza che nella caduta acquista una energia di moto, la quale si trasforma successivamente nel cosiddetto lavoro di deformazione, con un conseguente sviluppo di calore. Inoltre, si producono anche vibrazioni con l’incudine. C’è comunque da precisare che i pezzi che devono essere fucinati necessitano di una sezione adatta alla corsa disponibile della mazza: in questo caso, dunque, la dimensione massima della barra in lavoro è pari a un quinto della corsa.

Macchinari industriali: le molatrici e le rettificatrici

Tutte quelle macchine che impiegano come utensile le mole possono essere suddivise in quattro distinte categorie, a seconda del grado crescente della precisione.

Si tratta, nello specifico, delle molatrici semplici, delle affilatrici, delle rettificatrici e delle macchine finitrici e superfinitrici: analizziamo nel dettaglio ognuno di questi mezzi. Per quel che concerne le cosiddette “molatrici semplici”, esse eseguono dei lavori in cui non sono necessarie dimensioni a forma definita. Il tipico utilizzo si riferisce alle sbavature e alle lucidature delle superfici, oltre all’affilamento degli utensili manuali e dei coltelli. A loro volta, queste molatrici possono essere suddivise in base alla lucidatura dei metalli, al doppio telaio che possono possedere e all’albero flessibile.

Metrologia d’officina: le misure lineari

Gli strumenti di misurazione sono classificabili in base alle loro funzioni e al tempo dopo il quale debbono subire il necessario controllo.

La tipica classificazione interna di officina prevede gli strumenti campione (normali principali di stabilimento e normali di uso), gli strumenti di riscontro (verificatori per macchine misuratrici e verificatori di calibri per esterni) e gli strumenti di fabbricazione (verificatori per fori e verificatori per alberi). Le misure di precisione hanno dei valori che sono sicuramente attendibili solo quando si misurino superfici convesse; le misure di interni sono normalmente poco sicure.

L’utilizzo e gli accessori delle fresatrici

Le fresatrici potrebbero sembrare a prima vista molto simili alle alesatrici, ma non è così.

Cerchiamo dunque di capire le differenze e i punti di contatto. L’utensile in questione, la fresa appunto, si muove in senso rotatorio: inoltre, l’oggetto ha un moto di alimentazione traslatorio, o più complesso. Possiamo in questo caso classificare le fresatrici orizzontali e quelle verticali, a seconda della posizione che assume l’albero porta-frese; le fresatrici speciali, poi, possono differire in maniera notevole dai tipi fondamentali. In pratica, la fresatrice orizzonte è formata da una incastellatura (o colonna), dal gruppo delle mensole e slitte porta-oggetti e infine dai meccanismi di comando e di alimentazione.

Tornitura industriale: le alesatrici

Lo scopo specifico delle alesatrici è quello di tornire le superfici concave cilindriche che presentano un diametro e una lunghezza rilevante.

Ma l’utilizzo non è soltanto questo: in effetti, esse servono anche per la tornitura frontale, la foratura e la fresatura. Il moto relativo al rapporto tra utensile e pezzo è di tipo elicoidale e si ottiene, a seconda del tipo, adottando degli accorgimenti specifici. Ad esempio, si può imprimere al pezzo il moto circolare di lavoro, mentre quello traslatorio di alimentazione può essere dato all’utensile o al pezzo; in alternativa, è possibile imprimere al pezzo il moto circolare di lavoro e all’utensile il modo di alimentazione traslatorio lungo l’asse del foro (in questo caso si parla di “alesatrici per cannoni”).

Fonderie: i tipici impianti industriali

Una breve disamina sugli impianti di fonderia può aiutare a comprendere come queste strutture funzionano esattamente.

Ad esempio, gli impianti di lavorazione delle terre provvedono appunto a lavorare in maniera preliminare la terra nuova e quella usata; inoltre, sono molto utili per quel che concerne la preparazione della terra di formatura e la raccolta successiva all’utilizzazione. La terra nuova, vale a dire quella che proviene dalla cava, viene inoltrata attraverso una griglia e una tramoggia per poi arrivare a un elevatore che è in grado di raggiungere una essiccazione a temperatura controllata. Il forno essiccatore consta di solito di due tronchi di cono di lamiera di ferro, uno interno all’altro, rotanti nello stesso senso e muniti sulle superfici interne di alcune palette che sono destinate a rivoltare la terra umida.

Gli organi meccanici: i vari tipi di unioni

Le unioni meccaniche presentano diverse utilità dal punto di vista industriale.

Cerchiamo, quindi, di conoscerne le varie tipologie. Le copiglie, ad esempio, presentano un importante vantaggio, vale a dire impediscono che il dado dell’organo si allenti per effetto delle vibrazioni: esse sono sostanzialmente formate da una barretta a sezione semicircolare ripiegata a occhio, montata entro un apposito foro che viene praticato nel bullone che si trova sopra al dado, dopo che quest’ultimo è stato stretto a fondo. Per una maggiore garanzia, il dado stesso può presentare degli intagli per l’alloggiamento della copiglia. Essa, poi, viene assicurata ripiegando verso l’esterno le due estremità. Le chiavette, invece, sono in grado di rendere un organo solidale nella rotazione con un albero.

Le operazioni di trattamento degli acciai

Quali sono le più importanti operazioni di trattamento degli acciai?

Anzitutto, si può cominciare con il riscaldamento per i trattamenti di ricottura, normalizzazione e tempra: il primo procedimento da seguire è quello di riscaldare in modo tanto più lento e uniforme quanto maggiore è il tenore di carbonio, fino a settecento gradi circa, nel caso si tratti di semplici acciai al carbonio, mentre gli acciai rapidi e quelli speciali richiedono temperature senz’altro più alte. Si arriva, quindi, fino alla maggiore temperatura che è prescritta, si consente alle trasformazioni strutturali di compiersi nel senso e nell’estensione voluti, si evitano gli effetti delle ossidazioni e infine si possono porre i pezzi in un tubo di ferro ben turato alle estremità.

I torni paralleli, verticali e frontali

I torni sono fondamentali per il mondo industriale, in quanto consentono di ottenere delle superfici di rivoluzione (cilindriche, coniche, sferiche, iperbolidiche e a profilo qualunque), oppure delle superfici di tipo elicoidale (viti e scanalature).

Il moto di lavoro che viene comunicato all’oggetto è di rotazione uniforme, il quale gira intorno a un asse, il quale viene appunto definito come asse del tornio o “delle punte”. La classificazione dei torni che possono essere impiegati è molto ampia: cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza. Una tipologia molto importante è quella dei torni paralleli; in questo caso, possiamo ricomprendere diversi torni, vale a dire il banco (definito anche come bancale), il toppo fisso, il mandrino (realizzato solitamente in acciaio speciale), il toppo mobile o “controtesta”, il carrello, il supporto porta-utensili, la vite conduttrice, la barra conduttrice o candela e infine gli organi per l’appostamento dell’oggetto.