Archeologia industriale a Roma: l’ex mattatoio di Testaccio

Uno dei più significativi esempi di archeologia industriale di Roma è senza dubbio l’attuale sede di Testaccio del Macro (Museo d’Arte Contemporanea di Roma): non si tratta di una semplice struttura museale, ma del perfetto recupero di una zona che un tempo era utilizzata per tutt’altri fini, i quali sono ancora intuibili nell’architettura e in quello che è rimasto dei vecchi edifici. Il riferimento non può che andare all’ex mattatoio della Capitale, il quale non era altro che una serie di padiglioni sfruttata per la macellazione e la commercializzazione di carni. La storia è alquanto affascinante e aiuta a comprendere e apprezzare meglio il museo nella sua forma attuale.

L’archeologia industriale della Repubblica Ceca

Tra gli itinerari meno classici e pubblicizzati della Repubblica Ceca c’è sicuramente quello industriale: l’archeologia di questo tipo non è rappresentata solamente dalle fabbriche, dagli stabilimenti e dalle ciminiere, ma anche centrali elettriche e gasometri. Il turismo industriale è ben sviluppato nella ex Cecoslovacchia, tanto da garantire profitti importanti, grazie soprattutto a un’attenta valorizzazione del territorio. Ecco perché da queste parti assumono una importanza fondamentale anche gli antichi canali di irrigazione, i viadotti delle ferrovie, le miniere, le torri dei forti e molto altro. In pratica, c’è una grande fame di sapere e conoscere come si svolgeva un determinato mestiere in passato, come era strutturata l’industria e come si viaggiava.

Memoria diffusa, a Milano trionfa l’archeologia industriale

Gli scorci più antichi di Milano, quelli dimenticati, ma un tempo essenziali tornano a vivere grazie a “Memoria diffusa”: si tratta della manifestazione che vuole celebrare in maniera degna la memoria partecipata e che ha preso il via proprio oggi per durare fino al prossimo 30 ottobre. Questo festival verrà sicuramente incontro alle esigenze degli appassionati di archeologia industriale, visto che tutti quei parchi agricoli e industriali, oltre alle varie periferie che non sono conosciute come i luoghi più celebri riceveranno una grande attenzione in questi giorni. Il programma prevede delle tappe molto interessanti: ad esempio, ci si potrà addentrare nell’antica Fonderia Napoleonica Eugenia, il vero e proprio fulcro dell’industria metallurgica, ma non solo.

Archeologia industriale: l’Ecomuseo delle Ferriere e Fonderie di Bivongi

L’archeologia industriale del nostro paese è davvero variegata, ma vi sono regioni ricche di testimonianze davvero significative: è il caso della Calabria e non è un caso che proprio di recente sia stato proiettato il documentario “Reggio e la belle époque: archeologia industriale calabrese”. Le industrie del nostro Mezzogiorno sembrano quasi essere state dimenticate dalla storiografia ufficiale, ma in realtà c’è molto da scoprire. La Calabria, in cui il settore primario ha sempre avuto un ruolo preminente, vanta un Ecomuseo di archeologia industriale molto interessante. Si tratta, nello specifico, dell’Ecomuseo delle Ferriere e delle Fonderie, il quale ha il compito di dimostrare la vocazione industriale di questa regione meridionale.

Barge, l’antica segheria diventerà un polo archeologico industriale

La Segheria Colombatto di Barge (cittadina della provincia di Cuneo) rappresenta un elemento fondamentale del territorio in questione: l’intenzione del comune, il quale sta approntando il proprio piano regolatore proprio in questi giorni, è quello di dar vita a una vera e propria struttura museale, appositamente dedicata all’archeologia industriale, come previsto da almeno una settimana a questa parte. Di questi interventi si parlava già da tempo, ma ora sono divenuti più urgenti che mai a causa degli atti di vandalismo che contraddistinguono la zona e che rischiano di danneggiarla in maniera irreparabile. Il recupero dipende quindi essenzialmente dalla rapidità di messa in opera.

Archelogia industriale: nuovi restauri per il Lanificio Conte

L’ex Lanificio Conte di Vicenza rappresenta un esempio tangibile di cosa può essere l’archeologia industriale in tutto il suo splendore.

L’edificio in questione, infatti, risale addirittura al diciottesimo secolo e ha costellato il lungo periodo in cui il settore tessile ha dominato nella città veneta: una parte della struttura viene già sfruttata per allestire mostre d’arte e vari convegni tematici, ma i nuovi investimenti che stanno per essere perfezionati potrebbero allungare gli orizzonti e gli utilizzi finali. In effetti, si parla di ben 2,4 milioni di euro, denaro che verrà utilizzato per il restauro del lanificio e per ottenere nuovi ambienti polifunzionali. In Italia i lavori di questo tipo vanno sempre per le lunghe, ma in questo caso è stato assicurato un grandissimo impegno e tutto dovrebbe concludersi non più tardi della prossima estate.

Salzano, cultura e archeologia industria vanno più che d’accordo

Fili, acronimo che identifica la Filanda Idee Lavoro Identità, è giunta alla sua ennesima edizione anche per quest’anno.

Il titolo della manifestazione per il 2011 è “Pensiero stupendo”: in pratica, il programma prevede spettacoli di teatro, danza, musica e arte, il tutto nella splendida cornice archeologico-industriale della Filanda Romanin-Jacur di Salzano, in provincia di Venezia. Il connubio tra gli ex impianti industriali e l’arte conferma che si può ottenere molto da siti dismessi come quello in questione.

A Termoli trionfa l’archeologia industriale del trabucco

Paesaggi del lavoro e del mare: archeologia industriale sul trabucco.

È questo il nome dell’evento che impreziosirà la serata di Termoli, in provincia di Campobasso, un’occasione per fondere in maniera perfetta le iniziative culturali alle tradizioni industriali. L’organizzazione non poteva che essere quella dell’Aipai, l’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, la quale avrà anche la possibilità di presentare i propri prodotti. La valorizzazione del patrimonio industriale è ben attiva anche nel Molise, una regione in cui il settore secondario non è mai stato fortissimo, ma che ha comunque sempre avuto delle caratteristiche ben precise.

Sotto un’altra luce: l’archeologia industriale di Malnisio

È previsto per domani “Sotto un’altra luce”, l’evento che vedrà coinvolta la città di Malnisio (siamo in provincia di Pordenone) e più precisamente la ex centrale idroelettrica Antonio Pitter.

Si tratta di uno splendido esempio di archeologia industriale, il quale tornerà a brillare della luce di un secolo fa, grazie a una speciale illuminazione notturna: la vista crepuscolare dei macchinari industriali viene assicurata come un’occasione unica, con tanto di candele, lanterne alimentate a petrolio e altre lampade antiche, quindi come avveniva all’inizio del XX secolo.

Val d’Aosta: la vecchia miniera di rame di Champdepraz

Champdepraz, in provincial di Aosta, è un piccolo comune che fa parte della Comunità Montana Evançon.

Una vasta porzione del territorio è occupato dal Parco Naturale del Mont Avic, ma ora si parla di questa località anche per motivi industriali: in effetti, l’amministrazione locale ha deciso di usufruire del Fondo per Speciali Programmi di Investimento (il cosiddetto Fospi) e questo denaro verrà utilizzato per dar vita a una strada che collegherà la stessa Champdepraz ad altri villaggi (in primis Losson ed Herin).